Quando si parla di “problemi al menisco”, spesso le persone immaginano qualcosa che si rompe improvvisamente, magari durante una partita di calcetto. Ma nella realtà di tutti i giorni, le cose non sono sempre così nette. Molte volte, chi si ritrova con dolore al ginocchio e una diagnosi di “lesione meniscale” non ricorda nemmeno un trauma preciso. E allora cosa sta succedendo davvero?
Il menisco: un cuscinetto importante, ma non eterno
Il menisco è una struttura fibrocartilaginea che funziona da ammortizzatore tra femore e tibia. Ne abbiamo due in ogni ginocchio: uno mediale (interno) e uno laterale (esterno). Con il passare degli anni, come molte altre strutture del nostro corpo, anche il menisco va incontro a processi di invecchiamento naturale: perde elasticità, si assottiglia, si irrigidisce.
Quando un menisco si “lesiona” senza un trauma evidente, parliamo di una lesione degenerativa. In altre parole, non è una rottura immediata, ma più simile a una crepa che si forma col tempo in una gomma indurita.
Diagnosi: il ruolo (limitato) della risonanza magnetica
Molte persone ricevono la diagnosi di “lesione meniscale” dopo una risonanza magnetica. Ma attenzione: tantissime persone sopra i 40 anni hanno lesioni meniscali anche se non hanno dolore. In uno studio, fino al 60% dei soggetti asintomatici mostrava segni di lesione meniscale all’RMN.
Quindi, la vera domanda non è “ho una lesione al menisco?”, ma piuttosto: “questa lesione è davvero la causa del mio dolore?”
E allora, cosa fare? Chirurgia o fisioterapia?
Per molti anni, l’artroscopia (cioè l’intervento chirurgico per “ripulire” o asportare parte del menisco) è stata una scelta molto frequente. Ma gli studi più recenti e robusti ci dicono che nei casi degenerativi (cioè senza trauma acuto e in assenza di blocco articolare), l’esercizio terapeutico porta gli stessi risultati, e in alcuni casi migliori, rispetto alla chirurgia, senza i rischi operatori.
A cinque anni dall’inizio del trattamento, i pazienti che avevano seguito un programma di esercizi guidati avevano migliorato la funzione del ginocchio tanto quanto quelli operati, ma con meno rischio di artrosi evolutiva.
Cosa significa “esercizio terapeutico”?
Non parliamo di “fare ginnastica a caso”. L’esercizio terapeutico prevede un programma strutturato, graduale, supervisionato da un fisioterapista esperto. Include:
- esercizi di rinforzo muscolare (soprattutto del quadricipite femorale),
- controllo neuromotorio,
- esercizi di equilibrio e stabilità (propriocettivi).
Il risultato? Meno dolore, migliore funzione, e un senso crescente di fiducia nel proprio corpo.
E nei casi in cui il dolore è davvero limitante?
Ci sono casi in cui il dolore è così intenso da ostacolare qualsiasi esercizio. In queste situazioni, un’infiltrazione intra-articolare (per esempio con corticosteroidi) può avere un ruolo temporaneo per ridurre l’infiammazione. Tuttavia, gli studi mostrano che nel medio-lungo termine la fisioterapia offre risultati migliori rispetto alle infiltrazioni, soprattutto sul recupero funzionale e dell’equilibrio.
Il fattore psicologico conta
È stato dimostrato che anche le convinzioni delle persone influenzano le scelte terapeutiche: molti associano l’intervento chirurgico a una “soluzione definitiva” e vedono l’esercizio come “lento e meno efficace”. Ma le evidenze dicono il contrario. Per questo, il confronto aperto e informato tra paziente e professionista è fondamentale.
Conclusione: meno bisturi, più movimento consapevole
Oggi sappiamo che per la gran parte dei casi di lesione meniscale degenerativa, un approccio conservativo basato su esercizio supervisionato è efficace, sicuro e sostenibile nel lungo termine. Questo non vuol dire “non fare nulla”, ma “fare bene le cose giuste”.
Nel mio studio a Bergamo, utilizzo i migliori protocolli basati su evidenze scientifiche per guidare ogni persona nel proprio percorso: non una terapia standardizzata, ma un piano su misura, costruito passo dopo passo.
Se senti che il tuo ginocchio “scricchiola” o ti limita, sappi che la soluzione non è sempre un’operazione: la tua forza e la tua consapevolezza delle opzioni possibili sono strumenti potenti per il cambiamento.
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