Quante volte hai sentito dire “ho un muscolo infiammato”? Succede dopo l’allenamento, dopo una giornata stressante o senza una causa apparente. Il termine è entrato nel linguaggio comune al punto che oggi viene usato per descrivere praticamente ogni dolore muscolare.

Il problema? Nella maggior parte dei casi non si tratta affatto di una vera infiammazione.

Che cos’è davvero l’infiammazione muscolare?

Dal punto di vista medico, una vera infiammazione del muscolo prende il nome di miosite. Si tratta di una condizione rara, spesso legata a cause autoimmuni, infettive o traumatiche, che comporta debolezza muscolare, dolore diffuso e spesso segni sistemici come febbre, stanchezza marcata e alterazioni degli esami del sangue.

In altre parole: una miosite non è qualcosa che si manifesta solo con un po’ di dolore post-allenamento o tensione muscolare localizzata. Richiede un inquadramento medico e diagnostico preciso.

Dolore muscolare non significa infiammazione

Il dolore muscolare più comune, quello che compare dopo uno sforzo intenso o inconsueto, è noto come DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness). Si manifesta tipicamente dopo esercizi eccentrici (quelli in cui il muscolo si allunga sotto carico) ed è una risposta normale a uno stimolo a cui il corpo non è abituato.

Questo tipo di dolore non è causato da un’infiammazione patologica come quella che avviene, per esempio, in una miosite. Non ci sono segni sistemici, né un’infiltrazione massiva di cellule infiammatorie.

Tuttavia, le evidenze più recenti mostrano che una lieve risposta infiammatoria locale può essere presente. È una componente fisiologica e transitoria del processo di adattamento: contribuisce alla ristrutturazione del tessuto muscolare, senza rappresentare un danno vero e proprio.

In altre parole: non si tratta di un problema da spegnere, ma di un messaggio del corpo che segnala un cambiamento. In questi casi, servono recupero e progressione graduale, non farmaci.

E le contratture?

Un’altra espressione comunemente fraintesa è “muscolo contratto”. In questi casi si parla spesso di “infiammazione” in senso generico, ma la realtà è diversa. Una contrattura è solitamente una risposta del muscolo a un sovraccarico, a posture mantenute troppo a lungo o a uno stress psico-fisico.

Il dolore è reale, ma non c’è un’infiammazione nel senso classico del termine. È una condizione muscolare funzionale, che risponde bene a tecniche di recupero attivo, terapia manuale, esercizi mirati e, se necessario, educazione al movimento.

Anche qui, il ricorso automatico a farmaci antinfiammatori è raramente giustificato, e rischia di essere un palliativo..

Cosa dice la letteratura scientifica?

Le pubblicazioni più recenti e autorevoli ci aiutano a fare chiarezza:

  • La maggior parte dei dolori muscolari non è sostenuta da un processo infiammatorio classico.

  • Le risposte infiammatorie fisiologiche sono localizzate, temporanee e parte dell’adattamento.

  • L’utilizzo indiscriminato di farmaci antinfiammatori può interferire con la riparazione muscolare.

  • Il trattamento più efficace si basa su valutazione clinica, movimento progressivo e strategie attive personalizzate.

  • Serve un cambiamento di paradigma: da una visione meccanicista e farmacologica del dolore a un approccio centrato sulla persona, sulle sue risorse e sul recupero guidato.

Come comportarsi in presenza di dolore muscolare

  • Non saltare subito a conclusioni: non tutto ciò che fa male è “infiammato”.
  • Evita l’automedicazione: assumere farmaci a caso può essere più dannoso che utile.
  • Affidati a un fisioterapista qualificato, che sappia valutare il quadro clinico in modo funzionale.
  • Ricorda che il dolore è un’informazione, non un nemico. Va ascoltato, non zittito.

Parlare genericamente di “infiammazione muscolare” è fuorviante e rischia di creare confusione, ritardare il recupero e alimentare strategie poco efficaci.

Il nostro corpo ha risorse straordinarie per adattarsi e guarire, se gli diamo gli strumenti giusti.



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